Il 23 Gennaio si fa memoria dello sposalizio della Vergine Maria e di San Giuseppe.
San Giuseppe prescelto da Dio come sposo di Maria attraverso la fioritura di un ramo secco, si legge infatti nella Valtorta:
«Uomini della stirpe di Davide, qui convenuti per mio bando, udite. Il Signore ha parlato, sia
lode a Lui! Dalla sua Gloria un raggio è sceso e, come sole di primavera, ha dato vita ad un
ramo secco, e questo ha fiorito miracolosamente mentre nessun ramo della terra è in fiore oggi, ultimo giorno dell'Encenie, mentre ancor non è sciolta la neve caduta sulle alture di Giuda
ed è l'unico candore che sia fra Sion e Betania. Dio ha parlato facendosi padre e tutore della
Vergine di Davide, che non ha altro che Lui a sua tutela. Santa fanciulla, gloria del Tempio e
della stirpe, ha meritato la parola di Dio per conoscere il nome dello sposo gradito all'Eterno. ...».
Maria aveva il fermo proposito di rimanere vergine. Ma «Non vi sono motivi umani che giustifichino questa decisione, piuttosto rara a quei tempi. Ogni ragazza israelita, e ancor più se faceva parte della discendenza di Davide, coltivava nel suo cuore la gioia di essere annoverata fra gli antenati del Messia. Il Magistero della Chiesa e i teologi spiegano questo fermo proposito come frutto di una specialissima ispirazione dello Spirito Santo, che stava preparando Colei che sarebbe stata la Madre di Dio. Il medesimo Spirito le fece incontrare l’uomo che sarebbe stato il suo sposo verginale» (Loarte).
Il legittimo desiderio di rileggere, senza inutili forzature, il percorso di Maria Santissima e di Giuseppe, ci conduce a concludere comunque che «deve essere stata straordinaria l’armonia che si stabilì immediatamente tra questi due cuori, così come la pace interiore che traboccava dalle loro anime… tutto è molto soprannaturale in questo episodio della vita di Maria e, nello stesso tempo, tutto è molto umano» (Loarte).
Disabituati, forse, a considerare la potenza della Grazia, che forma lo spirito dei Santi e lo conforma alle attese di Dio, fatichiamo a comprendere la bellezza e la profondità del rapporto del tutto unico e irripetibile che si instaurò tra i due Sposi.
La via, su cui la Provvidenza li pose, non li rese certamente freddi e asettici interpreti di un matrimonio vissuto “a metà”: al contrario, mai due cuori si sarebbero capiti, amati, serviti reciprocamente come i loro. Trattandosi di un vero patto nuziale, esso implicò la loro piena libertà e responsabilità, nella consapevolezza di dover vivere totalmente l’uno per la felicità dell’altro, custodendo entrambi con gelosa attenzione il dono ricevuto dal Cielo e la coscienza di partecipare da “educatori” all’ingresso del Verbo di Dio nella storia . Come nessun altro al mondo, colsero la radice e l’origine del loro amore, scaturito dagli imperscrutabili progetti di Dio, dal suo universale piano di salvezza.