Sposa e madre cristiana
A 14 anni, secondo le consuetudini dell’epoca, il padre la
destinò in sposa del giovane Ulf Gudmarsson figlio del governatore del
Västergötland; in verità Brigida avrebbe voluto consacrarsi a Dio, ma vide
nella disposizione paterna la volontà di Dio e serenamente accettò.
Le nozze furono celebrate nel settembre 1316 e la sua nuova
casa fu il castello di Ulfasa, presso le sponde del lago Boren; il giovane
sposo, nonostante il suo nome, che significava ‘lupo’, si dimostrò invece uomo
mite e desideroso di condurre una vita conforme agli insegnamenti evangelici.
Secondo quanto scrisse e raccontò poi la figlia s. Caterina
di Svezia, al processo di canonizzazione, i due sposi vissero per un biennio
come fratello e sorella nella preghiera e nella mortificazione; soltanto tre
anni dopo nacque la prima figlia e in venti anni Brigida diede al marito ben
otto figli, quattro maschi (Karl, Birger, Bengt e Gudmar) e quattro femmine
(Marta, Karin, Ingeborga e Cecilia).
Nel 1330 il marito Ulf Gudmarsson fu nominato “lagman” di
Närke e successivamente i due coniugi divennero anche Terziari Francescani;
dietro questa nomina, c’era tutto l’impegno di Brigida, che gli aveva insegnato
a leggere e scrivere e Ulf approfittando della spinta culturale della moglie,
aveva approfondito anche lo studio del diritto, meritando tale carica.
Per venti anni Ulfasa fu il centro della vita di Brigida e
tutta la provincia dell’Ostergötland divenne il suo mondo, il suo ruolo non fu
solo quello di principessa di Närke, ma senza ostentare alcuna vanagloria, fu
una ottima massaia, dirigeva il personale alle sue dipendenze, mescolata ad
esso svolgeva le varie attività domestiche, instaurando un benefico clima di
famiglia.
Si dedicava particolarmente ai poveri e alle ragazze,
procurando a quest’ultime una onesta sistemazione per non cadere nella
prostituzione; inoltre fece costruire un piccolo ospedale, dove ogni giorno si
recava ad assistere gli ammalati, lavandoli e rammendando i loro vestiti.
In questo intenso periodo, conobbe il maestro Matthias, uomo
esperto in Sacra Scrittura, di vasta cultura e zelante sacerdote; ben presto
divenne il suo confessore e si fece tradurre da lui in svedese, buona parte
della Bibbia per poterla leggere e meditare meglio.
Quando nel 1341 i due coniugi festeggiarono le nozze
d’argento, vollero recarsi in pellegrinaggio a Santiago di Compostella;
quest’evento segnò una svolta decisiva nella vita dei due coniugi, che già da
tempo vivevano vita fraterna e casta.
Nel viaggio di ritorno, Ulf fu miracolosamente salvato da
sicura morte grazie ad un prodigio e i due coniugi presero la decisione di
abbracciare la vita religiosa, era una cosa possibile in quei tempi e parecchi
santi e sante provengono da questa scelta condivisa.
Al ritorno, Ulf fu accolto nel monastero cistercense di
Alvastra, dove poi morì il 12 febbraio 1344 assistito dalla moglie; Brigida a
sua volta, avendo esaurito la sua missione di sposa e di madre, decise di
trasferirsi in un edificio annesso al monastero di Alvastra, dove restò quasi
tre anni fino al 1346.
Fu l’inizio del periodo più straordinario della sua vita;
dopo un periodo di austerità e di meditazione sui divini misteri della Passione
del Signore e dei dolori e glorie della Vergine, cominciò ad avere le visioni
di Cristo, che in una di queste la elesse “sua sposa” e “messaggera del gran
Signore”; iniziò così quello straordinario periodo mistico che durerà fino alla
sua morte.
Ai suoi direttori spirituali come il padre Matthias, Brigida
dettò le sue celebri “Rivelazioni”, sublimi intuizioni e soprannaturali
illuminazioni, che ella conobbe per tutta la vita e che furono poi raccolte in
otto bellissimi volumi.
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