La Santa Famiglia
ti sorrida dal Cielo e ti benedica!

venerdì 25 novembre 2022

Beati Luigi e Maria Beltrame Quatrocchi

La prima coppia salita agli onori degli altari il 21 ottobre 2001. Una coppia che dimostra la fecondità del sacramento vissuto particolarmente nel dare vita spirituale al coniuge giungendo a santificarsi reciprocamente e nel dar vita spirituale, oltre che fisica, ai figli e alle persone incontrate lungo il cammino vissuto insieme. Luigi Beltrame (1880-1951) nacque a Catania dove trascorre la prima infanzia a nove anni viene adottato dagli zii di parte materna che ne richiedono l'affidamento ai cognati, non potendo avere figli (dallo zio prenderà il suo secondo cognome Quattrocchi). Con loro si trasferisce  a Roma dove studia Giurisprudenza. Qui conosce Maria Luisa Corsini (1884-1965), figlia unica di genitori fiorentini, di quattro anni più giovane. Le nozze vengono celebrate nella Basilica di S. Maria Maggiore il 25 novembre 1905.

mercoledì 12 ottobre 2022

Servi di Dio Sergio Bernardini e Domenica Bedonni

Sergio Bernardini e Domenica Bedonni, contadini nelle montagne di Pavullo (Modena), vissero e morirono santamente. Furono coniugi e genitori esemplari, pur tra stenti e sacrifici e tanta povertà. Ebbero non poche sofferenze, che sopportarono volentieri con tanto amore a Gesù. Sergio, già  felicemente sposato, in pochi anni ebbe ben sette lutti in famiglia: gli morirono nel giro di poco tempo papà, mamma, fratello, la sposa e i tre figli. Rimase solo come il povero Giobbe, ma non se ne lamentava e confidava nel Signore.

giovedì 29 settembre 2022

San Raffaele Arcangelo

Invocato come guida dei fidanzati e degli sposi, dei viaggiatori e come protettore dei malati.

Chi è San Raffaele Arcangelo (fonte: Cathopedia)


E' uno dei tre arcangeli menzionati nella Bibbia. Il nome Raffaele (in ebraico רפאל) vuol dire "medicina di Dio" o "Dio guarisce" e si contrappone al significato del nome del diavolo Asmodeo: "colui che fa perire".

 

PREGHIERE A SAN RAFFAELE ARCANGELO

sabato 27 agosto 2022

Santa Monica (331-387)

Sposa e madre cristiana

Nacque a Tagaste, antica città della Numidia, nel 332 in una famiglia di buone condizioni economiche e profondamente cristiana; contrariamente al costume del tempo, le fu permesso di studiare e lei ne approfittò per leggere la Sacra Scrittura e meditarla.
Nel pieno della giovinezza fu data in sposa a Patrizio, un modesto proprietario di Tagaste, membro del Consiglio Municipale, non ancora cristiano, buono ed affettuoso ma facile all’ira ed autoritario.
Per il suo carattere, pur amando intensamente Monica, non le risparmiò asprezze e infedeltà; tuttavia Monica riuscì a vincere, con la bontà e la mansuetudine, sia il caratteraccio del marito, sia i pettegolezzi delle ancelle, sia la suscettibilità della suocera.

lunedì 1 agosto 2022

Sant' Alfonso Maria de' Liguori (1696-1787)

"Nella casa di Nazareth, fino all'età di trent'anni Gesù non fece altro ufficio che di semplice garzone di botte­ga, obbedendo a Giuseppe ed a Maria. Gesù andava a prender l'acqua, Gesù apriva e serrava la bottega, Gesù spazzava la casa, raccoglieva i frammenti dei legni per il fuoco, e faticava tutto il giorno ad aiutar Giuseppe nel suoi lavori. Oh stupore! Un Dio che serve da garzone! Un Dio che spazza la casa! Un Dio che fatica e suda per dirozzare un legno! Chi? Un Dio onnipotente, che con un cenno ha creato il mondo e può distrugger­lo quando vuole! Ah, che un pensiero di questi dovrebbe intenerirci d'amore! ... Che dolce cosa poi era l'osservare la devo­zione con cui Gesù faceva orazione, la pazien­za con cui lavorava, la prontezza con cui ubbi­diva, la modestia con cui si cibava, e la dol­cezza ed affabilità con cui parlava e conversa­va! Ogni parola, ogni azione di Gesù era così santa che innamorava tutti, ma spe­cialmente Maria e Giuseppe che sempre lo stavano osservando."

martedì 12 luglio 2022

Santi Louis Martin e Zelie Guerin

Coniugi beatificati

Luigi Martin (1823-94) e Zelia Guerin (1831-77), genitori di santa Teresa di Gesù Bambino, sono stati dichiarati Venerabili da Giovanni Paolo II il 26 marzo 1994 e beatificati a Lisieux il 19 ottobre 2008,  il 18 ottobre 2015, nel corso della XIV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi sul tema “La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo” sono stati canonizzati.
   Teresa sarà profondamente segnata dalla loro fede intensa e dal fervore religioso della sua famiglia, ma va sottolineato che coniugi Martin sono stati beatificati non perché hanno messo al mondo una grande santa, ma per aver aspirato alla santità come coppia. Ognuno di loro aveva pensato di consacrarsi al Signore nella vita religiosa, ma tutte e due vengono rifiutati dai rispettivi superiori delle comunità in cui volevano entrare: Dio aveva su di loro altri progetti. E'  sul Ponte san Leonardo della città di Alencon che si incontrano e si riconoscono tre mesi prima del loro matrimonio. Come genitori, loro che all’inizio della loro vita coniugale avevano deciso di vivere in continenza fino all'intervento del loro confessore, accolsero con gioia nove bambini. La morte di quattro di loro non li scoraggiò, ma intensificò la loro fiducia e abbandono nel Signore.

domenica 26 giugno 2022

San Josemaria Escrivà (1902-1975) frasi sulla famiglia

FRASI

Ridi perché dico che hai "vocazione matrimoniale"? — Ebbene, l'hai: proprio così, vocazione. (San Josemaría, Cammino, 27) .

Siete stati chiamati da Dio a raggiungere l'amore divino attraverso l'amore umano. (San Josemaría, Colloqui, 93)

Il matrimonio è un'azione di Gesù che pervade l'anima di coloro che si sposano e li invita a seguirlo, perché in Lui tutta la vita matrimoniale si trasforma in un cammino divino sulla terra. (San Josemaría, È Gesù che passa, 23)

Quando penso ai focolari cristiani, mi piace immaginarli luminosi e allegri, come quello della Sacra Famiglia. (San Josemaría, È Gesù che passa, 22)

Ogni focolare cristiano deve essere un 'oasi di serenità in cui, al di sopra delle piccole contrarietà quotidiane, si avverte, come frutto di una fede reale e vissuta, un affetto intenso e sincero, una pace profonda. (San Josemaría, È Gesù che passa, 22)

Il segreto della felicità coniugale è racchiuso nelle cose quotidiane, e non in fantasticherie. Consiste nello scoprire la gioia intima del ritorno al focolare, nell'incontro affettuoso coi figli; nel lavoro di ogni giorno a cui collabora tutta la famiglia; nel buon umore dinanzi alle difficoltà. (San Josemaría, Colloqui, 91)

Nella semplicità del tuo lavoro ordinario, nei particolari monotoni di ogni giorno, devi scoprire il segreto, nascosto per tanti, della grandezza e della novità: l’Amore. (San Josemaría, Solco, 489)

Non dimenticarlo: l’amore di Dio mette ordine nei nostri affetti, li rende più puri, senza diminuirli. (San Josemaría, Solco, 828)

Evitate l'orgoglio, che è il peggior nemico della vostra vita coniugale. (San Josemaría, È Gesù che passa, 26)

Quel che occorre per raggiungere la felicità non è una vita comoda, ma un cuore innamorato. (San Josemaría, Solco, 795)

Cercate di mantenervi giovani di cuore, occupandovi sempre l'uno dell'altra, in modo da arrivare a volervi così bene da amare i difetti del consorte. (San Josemaría, 18/11/1972)

Lui capirà, si renderà conto che tu sei capace di comprenderlo, di discolparlo, e di amarlo, con i suoi difetti. Anche con i suoi difetti! E a poco a poco, si correggerà. (San Josemaría, Porto, 1972)

La piena delle tribolazioni e delle contrarietà non è capace di spegnere il vero amore: il sacrificio generosamente condiviso rafforza l'unione. (San Josemaría, Colloqui, 1991)

Fate che i vostri figli vedano che voi cercate di vivere con coerenza la vostra fede, che Dio non è solo sulle vostre labbra, ma è presente nelle vostre opere, che vi sforzate di essere sinceri e leali, che vi amate e li amate veramente. (San Josemaría, È Gesù che passa, 28)

Per i genitori, che Dio chieda loro i figli è un onore immenso, un orgoglio grande e santo, un segno di predilezione. (San Josemaría, Forgia, 18)


domenica 22 maggio 2022

Santa Rita da Cascia (1381-1457)

Sposa e madre cristiana

Rita nacque presumibilmente nell'anno 1381 a Roccaporena, un villaggio situato nel comune di Cascia in provincia di Perugia, da Antonio Lotti e Amata Ferri. I suoi genitori erano molto credenti e la situazione economica non era agiata ma decorosa e tranquilla. La tradizione ci tramanda che Rita aveva una precoce vocazione religiosa e che un Angelo scendeva dal cielo a visitarla quando si ritirava a pregare in un piccolo sottotetto.
Rita avrebbe desiderato farsi monaca tuttavia ancor giovanetta (circa a 13 anni) i genitori, oramai anziani, la promisero in sposa a Paolo Ferdinando Mancini, un uomo conosciuto per il suo carattere rissoso e brutale. S. Rita, abituata al dovere non oppose resistenza e andò in sposa al giovane ufficiale presumibilmente verso i 17-18 anni.

giovedì 24 marzo 2022

Servi di Dio Jozef e Wiktoria Ulma con i sei figli

Famiglia martirizzata
Era il 24 marzo 1944 quando nel villaggio di Markowa, presso Podkarpackie in Polonia, un’intera famiglia veniva sterminata. Quella mattina, la polizia tedesca irruppe nella loro abitazione e, dopo aver ucciso gli otto ebrei ospitati, passò ai padroni di casa e ai loro bambini: Stanisława, di 8 anni; Barbara, di 6; Władysław, di 5; Franciszek, di 4; Antoni, di 3; Maria, di un anno e mezzo. La coppia stava aspettando un settimo figlio.

Józef Ulma, classe 1900, abile frutticoltore e appassionato apicoltore, che coltivava anche interessi culturali ed era attivissimo nel circolo della Gioventù Cattolica. Divorava libri e coltiva anche l’hobby della fotografia. Grazie a quest’ultima sua passione oggi disponiamo di un’ottima documentazione fotografica della sua famiglia. Conobbe Wiktoria Niemczak (nata nel 1912), della quale si innamorò e che sposò nel 1935. Nacquero sei figli: Stanisława (detta Stasia), il 18 luglio 1936; Barbara (detta Basia), il 6 ottobre 1937; Władysław (detto Wladzio), nato il 5 dicembre 1938; Franciszek (detto Franuś), nato il 3 aprile 1940; Antoni (detto Antoś), nato il 6 giugno 1941; Maria (detta Marysia), nata il 16 settembre 1942. Quando ebbe inizio la sistematica deportazione verso i campi di concentramento degli ebrei presenti sul territorio polacco, riuscirono a salvarsi solo quelli che si fecero ospitare e nascondere dai vicini di casa. I coniugi Ulma in casa loro nascosero non una, ma ben otto persone, approfittando di abitare lontano dal centro abitato e quindi, almeno teoricamente, meno esposti alle perquisizioni. Si presume che a fare la spia possa essere stato il poliziotto di origine ucraina.  Włodzimierz Leś, che per lungo tempo aveva riscosso il “pizzo” da una delle famiglie ebree ospitate dai coniugi Ulma, al punto da riuscire in pochi mesi a succhiarne l’intera proprietà, salvo poi rivelarne ai superiori il nascondiglio, quando questa risultò nell’impossibilità di continuare a pagare.

Fu così che, la mattina del 24 marzo 1944, i nazisti circondarono la casa degli Ulma e riuscirono con facilità a catturare gli otto ebrei in essa ospitati, giustiziati tutti con un colpo alla nuca. Venne poi il turno dei padroni di casa, colpevoli di aver dato loro ospitalità: Józef e Wiktoria vennero crivellati di colpi sulla porta di casa, davanti ai loro bambini e a molti testimoni costretti ad assistere all’esecuzione e per i quali deve servire come monito. Il pianto disperato dei sei figli infastidì non poco i nazisti, che non esitarono a sterminarli tutti.

«Vi abbiamo tolto il fastidio di dover pensare a loro» dissero in tono beffardo agli atterriti compaesani, che in una manciata di minuti si erano visti sterminare sotto i loro occhi ben sedici persone; anzi, diciassette per l’esattezza, perché Wiktoria era al settimo mese della sua settima gravidanza.

Sepolti nel luogo dell’eccidio dai compaesani, costretti a scavare le fosse, dieci mesi dopo vennero esumati di nascosto ed a rischio di rappresaglie per dare loro più degna sepoltura nel cimitero parrocchiale di Markowa: in tale occasione si scoprì quindi che la creatura era quasi nata.


Józef Ulma e sua moglie Wiktoria Niemczak sono stati ribattezzati «i samaritani di Markowa», dal nome del loro villaggio, anche perché, nella Bibbia che fu trovata in casa loro, vi erano sottolineati in rosso proprio alcuni versetti della parabola del buon samaritano, nel Vangelo secondo Luca. 

https://europacristiana.com/gli-ulma-una-famiglia-di-martiri-della-carita/



lunedì 31 gennaio 2022

Servi di Dio Giovanni Yu Jung-Cheol e Lutgarda Yi Sun-I

Famiglia martirizzata

Due giovani coreani del XVIII-XIX secolo che si amarono in modo verginale e si accompagnarono sino al martirio. Giovanni, 19 anni, e Lutgarda, 16 anni, provenivano da due famiglie cristiane nobili e benestanti. Entrambi, dopo il battesimo, decisero di volersi consacrare al Signore, ma l’ambiente forgiato dalla tradizione confuciana non permette a giovani di famiglie ricche di non sposarsi e non avere figli. Così il primo sacerdote straniero (cinese), che li aveva cresciuti nella fede, d’accordo con i genitori, fece compiere loro il gesto di sposarsi, pur mantenendo il patto di vivere “come fratello e sorella”. Immaginabile il dileggio che li circondò, come pure il travaglio dei due nelle tentazioni, documentate anche dalle lettere rimaste di Lutgarda. Nel 1801 tutta la famiglia di Giovanni venne arrestata e condannata a morte. Il padre di Giovanni, Agostino, fra i primi convertiti coreani, venne squartato sulla pubblica piazza. Giovanni e Lutgarda, arrestati in momenti diversi, riuscirono ad inviarsi reciprocamente messaggi sostenendosi nelle sofferenze e nelle torture, nell’attesa di “vedersi in Paradiso”.


mercoledì 19 gennaio 2022

Santi Mario, Marta, Abaco e Audiface

Famiglia martirizzata

Il 19 Gennaio la Chiesa Cattolica celebra i Santi Mario, Marta, Abaco e Audiface, famiglia di martiri cristiani giustiziati a Roma.

La tradizione vuole che la coppia, di nobili natali, nel 270 fosse giunta a Roma dalla Persia insieme ai due figli (studi più recenti dimostrerebbero che i quattro non erano persiani, ma cristiani abitanti nella villa imperiale di Lorium lungo la via Cornelia), per venerare le reliquie dei martiri. Si trovarono però in mezzo alla persecuzione voluta da Diocleziano: sulla via Salaria aiutarono un prete romano a sepellire i corpi di 260 martiri, ma la loro opera non passò inosservata. Scoperti, furono arrestati e portati in tribunale. La famiglia si rifiutò di abiurare la fede cristiana e di sacrificare agli idoli,  per questo vennero condannati alla decapitazione e poi sepolti da una matrona romana, Felicita, in un possedimento agricolo chiamato "Buxus", oggi Boccea.