Dopo il Concilio Vaticano II la verità dell'universale chiamata alla santità è stata generalmente riconosciuta e nel caso di coloro che vivono il matrimonio è la coppia ad essere coinvolta
La Santa Famiglia ti sorrida dal Cielo e ti benedica!
venerdì 25 novembre 2022
Beati Luigi e Maria Beltrame Quatrocchi
mercoledì 12 ottobre 2022
Servi di Dio Sergio Bernardini e Domenica Bedonni
giovedì 29 settembre 2022
San Raffaele Arcangelo
E' uno dei tre arcangeli menzionati nella Bibbia. Il nome Raffaele (in ebraico רפאל) vuol dire "medicina di Dio" o "Dio guarisce" e si contrappone al significato del nome del diavolo Asmodeo: "colui che fa perire".
sabato 27 agosto 2022
Santa Monica (331-387)
Sposa e madre cristiana
lunedì 1 agosto 2022
Sant' Alfonso Maria de' Liguori (1696-1787)
martedì 12 luglio 2022
Santi Louis Martin e Zelie Guerin
Coniugi beatificati
domenica 26 giugno 2022
San Josemaria Escrivà (1902-1975) frasi sulla famiglia
FRASI
Ridi perché dico che hai "vocazione matrimoniale"? — Ebbene, l'hai: proprio così, vocazione. (San Josemaría, Cammino, 27) .
Siete stati chiamati da Dio a raggiungere l'amore divino attraverso l'amore umano. (San Josemaría, Colloqui, 93)
Il matrimonio è un'azione di Gesù che pervade l'anima di coloro che si sposano e li invita a seguirlo, perché in Lui tutta la vita matrimoniale si trasforma in un cammino divino sulla terra. (San Josemaría, È Gesù che passa, 23)
Quando penso ai focolari cristiani, mi piace immaginarli luminosi e allegri, come quello della Sacra Famiglia. (San Josemaría, È Gesù che passa, 22)
Ogni focolare cristiano deve essere un 'oasi di serenità in cui, al di sopra delle piccole contrarietà quotidiane, si avverte, come frutto di una fede reale e vissuta, un affetto intenso e sincero, una pace profonda. (San Josemaría, È Gesù che passa, 22)
Il segreto della felicità coniugale è racchiuso nelle cose quotidiane, e non in fantasticherie. Consiste nello scoprire la gioia intima del ritorno al focolare, nell'incontro affettuoso coi figli; nel lavoro di ogni giorno a cui collabora tutta la famiglia; nel buon umore dinanzi alle difficoltà. (San Josemaría, Colloqui, 91)
Nella semplicità del tuo lavoro ordinario, nei particolari monotoni di ogni giorno, devi scoprire il segreto, nascosto per tanti, della grandezza e della novità: l’Amore. (San Josemaría, Solco, 489)
Non dimenticarlo: l’amore di Dio mette ordine nei nostri affetti, li rende più puri, senza diminuirli. (San Josemaría, Solco, 828)
Evitate l'orgoglio, che è il peggior nemico della vostra vita coniugale. (San Josemaría, È Gesù che passa, 26)
Quel che occorre per raggiungere la felicità non è una vita comoda, ma un cuore innamorato. (San Josemaría, Solco, 795)
Cercate di mantenervi giovani di cuore, occupandovi sempre l'uno dell'altra, in modo da arrivare a volervi così bene da amare i difetti del consorte. (San Josemaría, 18/11/1972)
Lui capirà, si renderà conto che tu sei capace di comprenderlo, di discolparlo, e di amarlo, con i suoi difetti. Anche con i suoi difetti! E a poco a poco, si correggerà. (San Josemaría, Porto, 1972)
La piena delle tribolazioni e delle contrarietà non è capace di spegnere il vero amore: il sacrificio generosamente condiviso rafforza l'unione. (San Josemaría, Colloqui, 1991)
Fate che i vostri figli vedano che voi cercate di vivere con coerenza la vostra fede, che Dio non è solo sulle vostre labbra, ma è presente nelle vostre opere, che vi sforzate di essere sinceri e leali, che vi amate e li amate veramente. (San Josemaría, È Gesù che passa, 28)
Per i genitori, che Dio chieda loro i figli è un onore immenso, un orgoglio grande e santo, un segno di predilezione. (San Josemaría, Forgia, 18)
domenica 22 maggio 2022
Santa Rita da Cascia (1381-1457)
Sposa e madre cristiana
giovedì 24 marzo 2022
Servi di Dio Jozef e Wiktoria Ulma con i sei figli
Józef Ulma, classe 1900, abile frutticoltore e appassionato apicoltore, che coltivava anche interessi culturali ed era attivissimo nel circolo della Gioventù Cattolica. Divorava libri e coltiva anche l’hobby della fotografia. Grazie a quest’ultima sua passione oggi disponiamo di un’ottima documentazione fotografica della sua famiglia. Conobbe Wiktoria Niemczak (nata nel 1912), della quale si innamorò e che sposò nel 1935. Nacquero sei figli: Stanisława (detta Stasia), il 18 luglio 1936; Barbara (detta Basia), il 6 ottobre 1937; Władysław (detto Wladzio), nato il 5 dicembre 1938; Franciszek (detto Franuś), nato il 3 aprile 1940; Antoni (detto Antoś), nato il 6 giugno 1941; Maria (detta Marysia), nata il 16 settembre 1942. Quando ebbe inizio la sistematica deportazione verso i campi di concentramento degli ebrei presenti sul territorio polacco, riuscirono a salvarsi solo quelli che si fecero ospitare e nascondere dai vicini di casa. I coniugi Ulma in casa loro nascosero non una, ma ben otto persone, approfittando di abitare lontano dal centro abitato e quindi, almeno teoricamente, meno esposti alle perquisizioni. Si presume che a fare la spia possa essere stato il poliziotto di origine ucraina. Włodzimierz Leś, che per lungo tempo aveva riscosso il “pizzo” da una delle famiglie ebree ospitate dai coniugi Ulma, al punto da riuscire in pochi mesi a succhiarne l’intera proprietà, salvo poi rivelarne ai superiori il nascondiglio, quando questa risultò nell’impossibilità di continuare a pagare.
Fu così che, la mattina del 24 marzo 1944, i nazisti circondarono la casa degli Ulma e riuscirono con facilità a catturare gli otto ebrei in essa ospitati, giustiziati tutti con un colpo alla nuca. Venne poi il turno dei padroni di casa, colpevoli di aver dato loro ospitalità: Józef e Wiktoria vennero crivellati di colpi sulla porta di casa, davanti ai loro bambini e a molti testimoni costretti ad assistere all’esecuzione e per i quali deve servire come monito. Il pianto disperato dei sei figli infastidì non poco i nazisti, che non esitarono a sterminarli tutti.
«Vi abbiamo tolto il fastidio di dover pensare a loro» dissero in tono beffardo agli atterriti compaesani, che in una manciata di minuti si erano visti sterminare sotto i loro occhi ben sedici persone; anzi, diciassette per l’esattezza, perché Wiktoria era al settimo mese della sua settima gravidanza.
Sepolti nel luogo dell’eccidio dai compaesani, costretti a scavare le fosse, dieci mesi dopo vennero esumati di nascosto ed a rischio di rappresaglie per dare loro più degna sepoltura nel cimitero parrocchiale di Markowa: in tale occasione si scoprì quindi che la creatura era quasi nata.
Józef Ulma e sua moglie Wiktoria Niemczak sono stati ribattezzati «i samaritani di Markowa», dal nome del loro villaggio, anche perché, nella Bibbia che fu trovata in casa loro, vi erano sottolineati in rosso proprio alcuni versetti della parabola del buon samaritano, nel Vangelo secondo Luca.
https://europacristiana.com/gli-ulma-una-famiglia-di-martiri-della-carita/
lunedì 31 gennaio 2022
Servi di Dio Giovanni Yu Jung-Cheol e Lutgarda Yi Sun-I
Famiglia martirizzata
Due giovani coreani del XVIII-XIX secolo che si amarono in modo verginale e si accompagnarono sino al martirio. Giovanni, 19 anni, e Lutgarda, 16 anni, provenivano da due famiglie cristiane nobili e benestanti. Entrambi, dopo il battesimo, decisero di volersi consacrare al Signore, ma l’ambiente forgiato dalla tradizione confuciana non permette a giovani di famiglie ricche di non sposarsi e non avere figli. Così il primo sacerdote straniero (cinese), che li aveva cresciuti nella fede, d’accordo con i genitori, fece compiere loro il gesto di sposarsi, pur mantenendo il patto di vivere “come fratello e sorella”. Immaginabile il dileggio che li circondò, come pure il travaglio dei due nelle tentazioni, documentate anche dalle lettere rimaste di Lutgarda. Nel 1801 tutta la famiglia di Giovanni venne arrestata e condannata a morte. Il padre di Giovanni, Agostino, fra i primi convertiti coreani, venne squartato sulla pubblica piazza. Giovanni e Lutgarda, arrestati in momenti diversi, riuscirono ad inviarsi reciprocamente messaggi sostenendosi nelle sofferenze e nelle torture, nell’attesa di “vedersi in Paradiso”.mercoledì 19 gennaio 2022
Santi Mario, Marta, Abaco e Audiface
Famiglia martirizzata
La tradizione vuole che la coppia, di nobili natali, nel 270 fosse giunta a Roma dalla Persia insieme ai due figli (studi più recenti dimostrerebbero che i quattro non erano persiani, ma cristiani abitanti nella villa imperiale di Lorium lungo la via Cornelia), per venerare le reliquie dei martiri. Si trovarono però in mezzo alla persecuzione voluta da Diocleziano: sulla via Salaria aiutarono un prete romano a sepellire i corpi di 260 martiri, ma la loro opera non passò inosservata. Scoperti, furono arrestati e portati in tribunale. La famiglia si rifiutò di abiurare la fede cristiana e di sacrificare agli idoli, per questo vennero condannati alla decapitazione e poi sepolti da una matrona romana, Felicita, in un possedimento agricolo chiamato "Buxus", oggi Boccea.